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Un pomeriggio come tanti, mia figlia a lezione di danza, io che aspetto fuori seduto su una poltroncina, nella zona "ludoteca" – e ammiro la novità: da qualche giorno la parete davanti a me ha partorito una gigantografia delle principesse Disney. Mi scrutano con certi occhioni super-cute, cartoni sopra un cartone. Arriva un bambino, avrà non più di quattro-cinque anni, l'aria compassata da filosofo. Con l'immediata confidenza tipica dei bambini (o dei filosofi), mi pone un quesito pazzesco, di quelli che ti spediscono in orbita attorno a oggetti stellari come Platone, Epicuro.

- Tu quale sposeresti?

Ed ecco la risposta.

- Lasciami considerare un momento. Partiamo da sinistra, da Jasmine. Jasmine non va bene, piccolo, perché vedi... ha questo piglio da integralista... inoltre non sposerei mai una donna tanto ricca. È la figlia del sultano, lo sai. E poi... ehi! ha una tigre in camera da letto. Biancaneve. Uhm. Biancaneve è una maniaca proiettiva, pensa alla scena del bosco. Si innamora di un tizio senza averci mai scambiato mezza parola. Tu ti fideresti? Poi c'è la faccenda della notte a casa dei nani, ma non voglio nemmeno indagare. Ed eccoci a Mulan. La Cina di Mulan è pura immaginazione, non esiste più, l'ha smontata Mao, l'ha rasa al suolo, poi Deng Xiaoping l'ha rilanciata dentro un capitalismo elefantiaco col suo "arricchitevi, è glorioso". Insomma, una gran confusione. Mulan non vale più di un souvenir sulla bancarella per turisti. Un matrimonio non è roba da bancarella, giusto? E poi non ha le tette. La quarta è Aurora, la bella addormentata. Bimbo, che posso dirti? Non la trovo tanto sveglia. Cenerentola. Guardala lì, come arraffa la prima fila, col diadema e il suo vestito da gran soirée. Non lo so, tutti quei lustrini. Troppi lustrini. Ci senti dietro la sguattera che sgomita per farsi una posizione. Una così ti tira scemo nel giro di qualche mese. È l'equivalente disneyano di Odette de Crécy, ma ricordati: è la signora Verdurin che alla fine diventa principessa di Guermantes. Come a dire: nella vita reale la spuntano sempre le matrigne. Oh, Pocahontas! Ecco, alle minoranze potrei affezionarmi. Posa da transessuale, ma non è quello. La escludo per incompatibilità famigliare. Dai, sua nonna è un albero... La prossima è Tiana. Che dire? Curriculum perfetto, qualche punta bizzarra, familiarità col voodoo, ma è una che sotto sotto punta ai soldi. La storia del ristorante. Tiana è una che ti spella, dammi retta. La terzultima: Belle. Sarebbe la mia preferita. Belle legge un sacco di libri, piccolo. Ma sono i libri sbagliati. Collezione Harmony, Bluemoon – mi ci vedi annegare in quel caramello? No, decisamente escludiamo anche Belle. Belle è un bluff. Chi viene poi? Ariel, già. A parte la naturale resistenza a frequentare un tizia che porta il nome di un detersivo, concorderai con me che sarebbe un matrimonio brevissimo. Il pesce dopo tre giorni puzza. L'ultima è Rapunzel. Dio ci scampi. Osservala bene: è l'unica del gruppo con le pupille dilatate. Sorriso decerebrato, sguardo psicotico. Del resto si è fatta diciassette anni dentro una torre, non è nemmeno colpa sua. Davvero, non sposerei nessuna di queste cosiddette principesse.

Il bambino ha un'esitazione. Probabilmente sta decidendo se sono un maniaco o semplicemente uno sciroccato. Ci mette poco, perché la sua replica arriva quasi immediata.
- Allora sposati con lei - conclude vago, spostando lo sguardo – e così mi abbandona dentro un dilemma straziante: perché sull'altra parete, schiacciate in un affresco simil-giottesco tutto colline e deboli indizi di prospettiva, ci sono Rebecca Coniglio e Peppa Pig.