aaaaaAlfred Eisenstaedt 1959

 

In uno dei suoi magistrali racconti, La sacca dei libri, W. Somerset Maugham descrive efficacemente la vertigine che rischia di travolgere il lettore accanito quando, alla vigilia di una partenza, deve scegliere quali libri stipare in valigia. Il bulimico narratore risolve il problema come solo un viaggiatore "ben nato" di inizio Novecento può permettersi di fare: in pratica, porta tutti i suoi volumi con sé, riponendoli in un'immensa sacca destinata alle schiene dei portatori indigeni, i quali, c'è da scommetere, non saranno troppo riguardosi verso quella spigolosa miscellanea di generi letterari, riflessioni filosofiche, versi. In un oscuro lembo coloniale britannico, caldo tropicale, zanzare e fatica costituiscono una verità prepotente... Che se ne fanno dell'altra, lussuosa e impacchettata, che gli grava sulle spalle? In realtà, i temi del racconto sono ben altri, ma qui interessa dire che quando qualcuno legge quelle pagine può arrivare alla fine soltanto esclamando: «Wow...». E poi: «Così si racconta!». E ancora: «Così si crea una storia!».
E poi un pensiero, subdolo: "Anch'io!".
Scrivere... sì, anch'io. Anch'io voglio farlo. Perché no?

Quest'estate, mentre in spiaggia inciampavo tra e-reader e iPad nervosamente difesi da sabbia e salsedine, con lo sguardo che si posava di tanto in tanto su qualche vetusto tascabilone tra le mani di lettori più rilassati, pensavo che così deve essere iniziata per molti. Un bel racconto, il piacere di riconoscere dentro un libro qualcosa che, in un modo o nell'altro, ci appartiene; poi quel "Ci provo anch'io", mentre un sorriso appare sul volto; e il gioco è fatto. Da lettori si diventa aspiranti scrittori. Molti, animati da una determinazione che la vita talvolta sa rendere invidiabile, saltano il primo step, e senza leggere passano direttamente alla fase creativa. Cosa comunque non consigliabile. A dar retta alle statistiche, si potrebbe pensare che chiunque abbiamo sorpreso quest'estate con un libro o un rettangolo di vetro in mano, ma anche i presunti innocenti impegnati a dormicchiare al sole o a mangiare il cocomero, stessero in realtà ruminando i loro piani bellicosi, una segreta idea, una bozza d'intreccio, una scintilla d'ispirazione da coccolare, attizzare, soffiarci sopra... Il proprio romanzo. Un sogno democratico. Mamma RAI se n'è accorta. Masterpiece, il talent per scrittori, è alle porte: scatenerà polemiche ingiuste e susciterà incauti entusiasmi. Se ne parla e se ne parlerà.

Per quel che vale, al fondo di tutto, il banale consiglio è quello di leggere La sacca dei libri (leggetelo quasi tutto, Maugham; specie i racconti), di scrivere sull'onda di buone suggestioni, e, dopo aver scritto, di rileggere osservando i dieci consigli a cura di West Egg pubblicati su Donna Moderna e ora riproposti nel nostro Primo Piano.
Buona ripresa a tutti.

 

* Alfred Eisenstaedt (1959)