Qui a West Egg abbiamo un gusto un po' rètro.

Chi scrive fa ancora colazione con gli Oro
Saiwa che la madre gli rifilava da piccolo, nella convinzione che fossero più "sani" dei frollini dei concorrenti. Tutto questo per dire che, indipendentemente dall'ubiqua caparbietà d'interazione pretesa dalla Rete, a West Egg si fa orario da ufficio.

Il caro vecchio orario da ufficio.

Questo dovrebbe far capire il motivo per cui, a West Egg, il lunedì è ancora, tradizionalmente, Il Lunedì. Noi la soffriamo ancora tutta, questa sottocategoria del tempo, questo spazio interstiziale che si ripropone ostinato nella caotica geografia della nostra vita, come una carie nella chiostra delle nostre sette giornate erose dal bruxsismo di riunioni e caffè e assenza di gol della propria squadra. Il lunedì. Un fastidio che ci tiene appesi tra ricordo e presentimento, ché martedì, mercoledì e giovedì sono già gonfi come stracci stesi di ciò che abbiamo colpevolmente rimandato all'inizio della settimana successiva, al prossimo lunedì, mentre il fine settimana non è la fine di un bel niente, è solo un tendere l'orecchio allo scalpiccio del nuovo inizio che arriva al galoppo.

Eppure, oggi non lo riconosciamo del tutto, questo lunedì mattina. Sarà la novità di quest'avventura che ci sta sottraendo a una cupa certezza, a un appuntamento esiziale ma fedele? Ma siamo certi si tratti d'una leggerezza passeggera.

 

West Egg non perderà il suo sacrosanto Senso del Lunedì. Del resto, possiamo vivere senza sessioni d'esame? Senza interventi dal dentista? Senza la dichiarazione dei redditi? La spazzatura da gettare? L'influenza annuale? La presentazione di un nuovo libro? Le nuove selezioni di X Factor? Il post partita con Ivan Zazzaroni? Possiamo vivere senza il morso del tempo sulla pelle?

Christian Soddu